Lo studio dell'artista si trova all'interno del castello di Soglio, nell'Astigiano.
La fondazione del Castello di Soglio potrebbe risalire al XII secolo. Un tempo circondato da mura fortificate, dopo essere appartenuto nel Duecento a signori locali, passa nel 1285 ai Pelletta.
Ma è solo nel 1710, dopo l'acquisto dalla famiglia Della Valle, che avviene il primo importante restauro che conferisce al Castello di Soglio l'aspetto di residenza nobiliare quale appare oggi.
Dalla piazza parrocchiale si può vedere la parte originaria, l'alta muraglia sulla quale si aprono finestroni a sesto acuto realizzati in mattone modanato.
Inizia il suo percorso artistico con la lavorazione della cartapesta creando mondi surreali abitati da marionette. Per anni frequenta lo studio della torinese Pinetta Gramola, il cui insegnamento è la base della sua evoluzione nel disegno e nella pittura. Nella attività artistica alterna lavori scultorei con la pittura, passando dal figurativo all’astratto.
Le sculture in carta di Raffaele Iachetti sono normalmente realizzate con tecniche diverse e sconfinamenti nella pittura. La carta è un materiale che mantiene nella sua forma la consistenza del legno, è flessibile, leggera, modellabile e permette forme ed equilibri incredibili. L'uso della materia, porta alla formalizzazione di un astrattismo che ha bisogno non solo di colori, ma anche di superfici e di volumi. Alcune opere sono state utilizzate come allestimenti di spazi, sia pubblici che privati. La ricerca della rappresentazione del movimento è costante. Il movimento non è solo nelle luci ma anche nelle torsioni e nelle tensioni che subisce il materiale, come a suono di musica.
Marco Bianchi
È un'esperienza nuova, quella dello sguardo posato sui quadri di Raffaele Iachetti. Si potrebbe parlare di emozione, come spesso accade con la pittura, ma sarebbe restrittivo. La sensazione è quella di trovarsi di fronte a una porta socchiusa, sollecitati dalla curiosità, quasi dalla necessità, di aprirla, di scoprire che cosa nasconde, di andare oltre. Nei quadri di Iachetti i tratti forti, i colori contrastati, anche quando non disegnano una figura umana, la fanno sospettare, come fosse in agguato dietro la tela. E a cercar bene spesso la si trova, o la s'intravvede, appena accennata, o sottintesa. Se è esatto che arte è l'espressione dei sentimenti mediante la scelta di linee e colori, toni e forme, la pittura di Iachetti è una sinfonia di forme e linee che rimandano spesso alla musica, alla danza, al movimento.
Roberta Pelletta